Ho dentro più parole di un ubriaco senza lingua. Ieri sera la carovana è passata lenta, cantavano una canzone dimenticata.

Fammi essere sola e solitaria, fammi essere carne e sangue e poi anche tutte le ossa...

Una vera distopia, di quelle post sterminio, nessuno s'affanna o si rincorre, l'autobus lento percorre le vie...

...Quassù si respira, bacche e odor di ginepro; Leggeri pensieri che si innalzano...

...un bicchiere di vino in un pranzo improvvisato sui tetti, e un pomeriggio passato a rincorrere i venti...

...e quanto mi manca quella titubanza leggera nel dirsi di nuovo a casa, nel varcare la soglia...

...e poi il mattino, fresco e delicato, e tutto quello che ho perso, e tutto quello che ho scordato

..nulla salva dal dolore, dal vuoto, dal fatto che siamo tanti e tutti fermi, in attesa, sospesa la mente, in un continuo tempo presente

Ieri ho comprato due piccoli cactus, li ho piazzati qui di fronte alla finestra, sul bordo della scrivania a far da pacieri tra le penne e i

Ora sono cambiati i sogni, gli amici che hai smesso di salvare dalla morte sono troppi. Ognuno si sceglie l'epitaffio...

Che poi si sa che è tutto un inganno, che il freddo tornerà tra un anno, che fuori il mondo è tutto rotto, e il sole non cambia.....

Breve riflessione sulla pioggia

Ho una stanza ricamata tra le vie d'una città che fa spavento. Non so ancora che ci faccio qui...

Che le onde della sfiga mica vanno da sole... vanno in branchi, come i lupi, o gli uccelli (in stormi) o i gamberetti...