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Neve

Aggiornamento: 29 gen

24 Novembre 2020, senza neve


Ricordo la neve sopra Brooklyn.

Un natale di qualche anno fa. Tra famiglia e amore, là dove finiva il mondo iniziava un domani che sembrava ancora leggero. C'erano le impronte d'un popolo diverso a terra, e camini che fumavano, e sciarpe e guanti e grandi alberi di natale ai bordi delle strade, innevati e illuminati.


Novembre qui sembra povero di ricordi, fa quasi caldo, senza camini accesi, coperte di lana tenute all'angolo del divano, pronte ad accompagnare un momento d'amore.

La neve diventa solo il consumismo d'un impianto sciistico...e io che ricordo le famiglie, e chi ruzzolava felice e un momento per dirsi cari, per dirsi insieme, nella sopportazione d'un attimo obbligato e infine sereno; attorno ad un tavolo troppo grande, ubriachi di chiacchiere e compagnia, con la voglia di solitudine, di un boccone in più, lamentandosi sempre della noiosa fortuna di non sentirsi soli.

Ricordo la dolcezza, che come una carezza s'insinuava nel cuore di ciascuno avesse meno di dieci anni, addormentandosi la sera senza pensieri e la rimpiango come fosse la più grande delle conquiste.

Dirsi felici, senza paure, in un ricordo d'infanzia, fatto per trasformarsi continuamente, certo solo d'essere il preferito, d'essere ormai indelebile, accanto al primo amore, e al primo dolore. Incastrato in un immagine diversa e ormai solo desiderata di sé.


Quest'anno sembra non finire più, fa quasi caldo.

Nevicasse un po'.

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