Pasqua
Aggiornamento: 29 gen
8.55 a.m; per le vie di Modena, 2021

Pasqua. Una domenica di fredda primavera.
vento, e freddo, finestre aperte.
città deserte, silenzio e il sole splendente
gelido dei primi di aprile a dire che l'inverno è appena passato,
che abbiamo appena varcato la soglia,
che l'uscio si è schiuso appena,
ed eccola una zaffata di gelsomini in fiore, un tulipano solitario abbandonato sul marciapiede
caduto da chissà quale gesto d'amore, e poi le persiane chiuse, il buio dei vicoli,
mentre scopro luoghi nascosti, e a chi è lontano manca quel dirsi famiglia,
quel dirsi insieme
in quest'ennesimo atto di non sapere.
Ed era solo ieri
che tornava il natale,
solo ieri
pensavo alla neve
e a quest'anno di nulla, e alle fatiche del giorno
che già s'è fatta primavera,
che già s'è fatta sera e poi mattina e poi di nuovo,
il rintocco delle campane,
il silenzio d'un altra festa senza piazze, senza balli,
senza riunioni nel cortile,
e in questo silenzio altro non si può fare che ascoltare
e vorrei comprare dei fiori,
fare un gesto d'amore,
godere d'un attimo di sospensione,
intanto rimango,
lontana o vicina,
a guardare questo mattino di sole
che sia oggi, ieri o un altro giorno,
scandendo questo tempo infinito,
eccola che risuona
nei vicoli deserti,
nei bar clandestini
e nelle messe sopravvissute,
nelle tavole apparecchiate,
nei sussurri di 10 persone
tutte abbracciate,
suona leggera,
blasfema o risorta,
la primavera.
Buona pasqua a tutti.